Giuda Iscariota è l’Apostolo di Gesù passato alla Storia come il suo traditore mentre, oggi, dopo la scoperta e pubblicazione del Vangelo di Giuda qualcuno ha e sta cercando di rivalutarne la sua figura.
Il Vangelo di Giuda, infatti, vede l’Apostolo non come traditore, ma, come chi rispondendo ad una precisa richiesta di Gesù, ha consegnato il suo Maestro ai Sommi Sacerdoti per permettere che il suo spirito ne lasciasse il corpo mortale.
Questa visione e l’attuale traduzione del Vangelo di Giuda è stata contestata da altri studiosi in un articolo del New York Times riportando la traduzione alla visione originale dell’Apostolo traditore.
L’etimologia di Iscariota è abbastanza incerta, innanzitutto, perchè non risulta sia mai esistito un paese, una città, un villaggio o un territorio chiamato Iscaria e, quindi, sono due le ipotesi principali attualmente esistenti su questo punto:
– Iscariota significherebbe “Uomo di Keriot” cioè abitante o proveniente dalla città di Keriot-Chezron
– Iscariota deriverebbe dalla traduzione ebraica di “Ekariot” che vuol dire “Sicario” (termine per indicare coloro che durante la Guerra Romano Giudaica degli anni 66-70 si infiltravano tra la popolazione per uccidere, Giuseppe Flavio “Antichità Giudaiche” e “Guerra Giudaica”).
Nel Vangelo di Giovanni, Giuda Iscariota è descritto come figlio di Simone. Ma la domanda che mi sono sempre posto chi era questo Simone definito come suo padre?
Nel testo “Narrazione di Giuseppe d’Arimatea” si indica Giuda Iscariota come figlio del fratello del Sommo Sacerdote Caifa, ma non è dato sapere se sia realmente così, non essendoci altre fonti.
In riferimento alle due versione della morte di Giuda, riportate nel Vangelo di Matteo e negli Atti degli Apostoli, riporto quanto scritto da Papia, discepolo di Giovanni, che potrebbe spiegarne il motivo.
Giuda Iscariota è descritto, oltre che nei Vangeli Ufficiali anche nei vari Vangeli Apocrifi e qui riporteremo quanto trovato:
Vangelo Arabo dell’Infanzia
Capitolo 35
[1] V’era là un’altra donna il cui figlio era tormentato da Satana. Questi, di nome Giuda, ogni volta che era invaso da Satana, mordeva tutti coloro che gli si avvicinavano e quando attorno a sè; non vedeva alcuno da mordere, mordeva le sue stesse mani e altre sue membra. La madre di questo poveretto, conosciuta la rinomanza della padrona Maria e del suo figlio Gesù, partì portando seco il figlio Giuda alla signora Maria. Nel mentre Giacomo e Ioses avevano condotto il fanciullo signore Gesù a giocare con gli altri fanciulli, e ritornati a casa, restarono con il signore Gesù.
[2] Quando giunse Giuda, indemoniato, si pose a sedere alla destra di Gesù: invaso da Satana, voleva, come d’abitudine, mordere il signore Gesù, ma non vi riuscì. Percosse tuttavia il lato destro di Gesù e questi si mise a piangere… Immediatamente Satana uscì da quel ragazzo, fuggendo come un cane rabbioso. Questo ragazzo che percosse Gesù e dal quale uscì Satana sotto forma di cane, era Giuda Iscariota che lo consegnò ai Giudei. E il lato percosso da Giuda è quello stesso nel quale i Giudei confissero la lancia.
Narrazione di Giuseppe d’Arimatea
[3] Gesù fu dunque arrestato tre giorni prima della pasqua, nella sera. nè Caifa nè tutto il popolo ebraico volevano festeggiare la pasqua a causa del loro profondo dolore per il furto che era stato consumato nel santuario.
Compito di Giuda
Chiamarono Giuda Iscariota e glielo dissero: egli era, infatti, figlio del fratello del grande sacerdote Caifa; siccome non era uno dei discepoli che seguivano Gesù, tutti gli Ebrei l’istigarono a seguirlo, non per credere ai prodigi che egli operava nè per approvare i suoi discorsi, ma per consegnare Gesù nelle loro mani dandogli una parola menzognera.
Per questa bella impresa ricevette due dramme d’oro al giorno. C’era pure, a quanto si dice, uno dei discepoli chiamato Giovanni che aveva passato due anni con Gesù.
[4] Tre giorni prima di impadronirsi di Gesù, Giuda disse agli Ebrei: “Su, teniamo consiglio e deliberiamo che non è il ladrone che ha rubato la legge, ma Gesù in persona. Io poi mi incarico dell’arresto”.
Quando furono pronunciate queste parole uno di noi, di nome Nicodemo, che custodiva le chiavi del santuario, si rivolse a tutti dicendo: “Non commettete un simile crimine!”. Nicodemo era più leale di tutti gli altri Ebrei.
Ma la moglie di Caifa, di nome Sarra, gridò: “Parlando in questo luogo santo, Gesù stesso disse: “Io posso distruggere il tempio e ricostruirlo in tre giorni””. Gli Ebrei le risposero: “Noi tutti crediamo alle tue parole!”.
Terminato il consiglio, Gesù fu arrestato.
Giuda accusatore
Anna e Caifa ricompensarono segretamente Giuda Iscariota dandogli una somma molto forte e gli dissero: “Parla come ci hai detto: “Io ho visto che la legge è stata rubata da Gesù e non da questa irreprensibile giovane””. Giuda rispose loro: “E’ indispensabile che tutto il popolo ignori queste raccomandazioni che mi avete fatto a proposito di Gesù. Lasciatelo e io mi incarico di persuadere il popolo che le cose sono così”. E, astutamente, misero Gesù in libertà.
[3] Nel quinto giorno, Giuda andò nel tempio e, rivoltosi a tutto il popolo, disse: “Che cosa mi darete s’io vi consegno colui che ha detronizzato la legge e rubato i profeti?”. Gli Ebrei gli risposero: “Se tu ce lo consegni, ti daremo trenta denari d’oro”.
Il popolo ignorava che Giuda intendeva parlare di Gesù: era, infatti, opinione diffusa che egli fosse figlio di Dio. Giuda si prese i trenta denari d’oro.
[4] Andato al santuario all’ora quarta e all’ora quinta Giuda trovò Gesù che discorreva nell’atrio. Fattasi sera, disse agli Ebrei: “Datemi una scorta di soldati armati di spade e di bastoni, e ve lo consegnerò”. Gli diedero così una scorta per prenderlo.
Cammin facendo, Giuda disse ai suoi compagni: “Afferrate colui ch’io bacerò. E’ lui che ha rubato la legge e i profeti”. E avvicinatosi a Gesù, lo baciò, dicendo: “Salve, Rabbi!”. Era la sera del quinto giorno.
Afferratolo, lo portarono da Caifa e dai sommi sacerdoti; Giuda disse: “Costui è quegli che ha rubato la legge e i profeti”. E gli Ebrei sottoposero Gesù a un iniquo interrogatorio dicendo: “Perchè tu hai fatto questo?”. Ma Gesù non rispondeva.
Vedendo questa cattedra di empi, Nicodemo e io, Giuseppe, ci allontanammo da loro, non volendo perderci con il consiglio degli empi.
La Morte di Giuda Iscariota
Vangelo di Matteo
Morte di Giuda
[3]Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani [4]dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!».
[5]Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.
[6]Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue».
[7]E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.
[8]Perciò quel campo fu denominato “Campo di sanguè’fino al giorno d’oggi.
[9]Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d’argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, [10]e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
Atti degli Apostoli
Sostituzione di Giuda
[15]In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli (il numero delle persone radunate era circa centoventi) e disse: [16]«Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù.
[17]Egli era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero.
[18]Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo delitto e poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere.
[19]La cosa è divenuta così nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel terreno è stato chiamato nella loro lingua Akeldamà, cioè Campo di sangue.
[20]Infatti sta scritto nel libro dei Salmi: La sua dimora diventi deserta,e nessuno vi abiti,il suo incarico lo prenda un altro.
Papia di Gerapoli
III frammento – Frammento di Apollinare di Laodicea
1. Giuda non morì al capestro, ma, liberato dal laccio prima di soffocare, visse ancora. Lo dimostrano anche gli Atti degli Apostoli, dicendo che egli cadde in avanti e si aprì nel mezzo e si sparsero le sue viscere . Questo lo narra più apertamente Papia, discepolo di Giovanni, nel quarto libro della spiegazione dei detti del Signore, dicendo così:
2. “Grande esempio d’empietà fu in questo mondo Giuda, le cui carni gonfiarono talmente, che, per dove sarebbe facilmente passato un carro, non avrebbe potuto passare lui, anzi neppure la sola stessa mole del suo capo. Poiché dicono che anche le palpebre dei suoi occhi s’ingrossarono tanto, che egli non poteva più vedere affatto la luce, e neppure il medico con la diottra riusciva a vedere i suoi occhi, tanto erano profondi dalla superficie esterna. I suoi genitali apparivano ingrossati e più ripugnanti d’ogni deformità, e da essi uscivano marcia e vermi che da tutto il corpo affluivano, per ludibrio, insieme agli escrementi.
3. Dopo molti tormenti e supplizi, egli morì, come dicono, in un suo podere, che, per il puzzo, è rimasto fino ad ora deserto e disabitato ed anche oggi nessuno può traversare quel luogo senza turarsi il naso con le mani. Tanto fu lo scolo che dalle sue carni penetrò nella terra”.